Il quartiere del Vomero potrebbe diventare il pioniere di un cambiamento radicale a Napoli, abbracciando l’idea di diventare il primo quartiere Car Free della città. Questo suggerimento, basato sulla vocazione commerciale del quartiere, potrebbe aprire la strada a un modello urbano più sostenibile, seguendo l’onda di città in tutto il mondo che stanno abbracciando la filosofia #CarFree per un futuro più verde e salutare.
Il Contesto Internazionale
In un mondo che si muove verso una visione di sviluppo sostenibile, molte città hanno già abbracciato il concetto CarFree. Oslo, Pontevedra, Culdesac, Torino, Parigi, Gand, Lamu, Utrecht, Wengen, Chamois, Sydney e Tokyo sono solo alcuni esempi di comunità che stanno attuando politiche mirate a ridurre l’uso dell’auto e promuovere modalità di trasporto più sostenibili.
1. Oslo, Norvegia: La città ha posto l’ambizioso obiettivo di eliminare completamente le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Per raggiungere questo traguardo, sta incentivando il trasporto pubblico, la mobilità a zero emissioni e la creazione di nuove zone pedonali nel centro urbano, promuovendo uno stile di vita più sostenibile, come si legge sul sito del Comune. Dal 2019, Oslo ha introdotto misure drastiche per limitare l’accesso delle auto al centro cittadino, trasformandolo in una delle città senza auto più ambiziose al mondo.
2. Pontevedra, Portogallo: Questa città spagnola ha adottato politiche che hanno trasformato il centro in un’area libera da auto, dimostrando che è possibile un modello urbano più sostenibile.
3. Culdesac, USA: In Arizona, il quartiere di Culdesac è stato progettato come un ambiente completamente privo di auto, promuovendo uno stile di vita a emissioni zero.
4. Buenos Aires, Argentina: La città di Buenos Aires ha implementato diverse strategie per ridurre il traffico veicolare e promuovere la pedonalizzazione dei centri urbani. Aree come Puerto Madero e il centro storico sono diventate pedonali, incoraggiando i residenti e i visitatori a esplorare a piedi le strade, godendo di spazi pubblici vivaci e riducendo l’impatto ambientale legato all’uso dell’auto.
5. Parigi, Francia: Trasformando vecchie aree industriali in vivaci quartieri senza auto, Parigi ha dimostrato che è possibile creare spazi urbani attraenti e sostenibili. Parigi ha intrapreso una rivoluzione urbana con il suo piano “Paris Respire” (Parigi Respira), chiudendo temporaneamente alcune strade per favorire il camminare e il ciclismo. Inoltre, il piano “15-Minute City” mira a rendere ogni servizio essenziale raggiungibile entro 15 minuti a piedi o in bicicletta, riducendo così la dipendenza dai veicoli a motore. Inoltre i parigini hanno votato con un referendum di aumentare le tariffe di sosta per i SUV nel centro città.
6. Gand, Belgio: La città belga di Gand si distingue per aver implementato politiche e progetti che riducono significativamente l’impatto ambientale del traffico veicolare, abbracciando con forza la sostenibilità urbana.
7. Lamu, Kenya: L’isola di Lamu, in Kenya, è un esempio unico di una comunità senza auto, dove la mancanza di veicoli a motore ha portato all’uso di asini per il trasporto attraverso le strade strette e tortuose.
8. Utrecht, Paesi Bassi: Utrecht si sta spingendo verso il futuro con la costruzione di quartieri completamente privi di auto, evidenziando l’importanza di una pianificazione urbana incentrata sulla mobilità sostenibile.
9. Wengen, Svizzera: Nel cuore delle Alpi svizzere, Wengen rappresenta un idilliaco esempio di una comunità senza auto, dimostrando che anche le località turistiche possono adottare modelli di mobilità più eco-sostenibili.
10. Chamois, Italia: Il pittoresco borgo di Chamois in Italia è un esempio concreto di una cittadina che ha abbracciato completamente l’idea di vivere senza auto, contribuendo all’eliminazione dell’inquinamento veicolare.
11. Sydney, Australia: Sydney sta promuovendo la cultura #CarFree attraverso i “Car Free Days”, aprendo le strade e incoraggiando la prosperità della cultura festivaliera, dimostrando che la sostenibilità può essere integrata nella vita urbana.
12. Tokyo, Giappone: Con soli 0,32 veicoli per famiglia, Tokyo si posiziona come una metropoli efficiente e sostenibile, riducendo drasticamente la dipendenza dall’auto e promuovendo uno stile di vita più eco-friendly.
13. Bogotà, Colombia: La capitale colombiana è un esempio di successo nella promozione della mobilità sostenibile. Attraverso la creazione di una vasta rete di ciclovie e l’introduzione del sistema di trasporto pubblico TransMilenio, Bogotà ha ridotto significativamente l’uso dell’automobile, favorendo una maggiore interconnessione tra i quartieri e migliorando la qualità dell’aria.
14. Copenaghen, Danimarca: Copenaghen è famosa per essere una delle città più “bike-friendly” al mondo. L’implementazione di estese reti di strade pedonali e piste ciclabili ha reso la città nordica un esempio di eccellenza in termini di sostenibilità e benessere urbano. La pedonalizzazione ha favorito uno stile di vita attivo, ridotto le emissioni di gas serra e migliorato la sicurezza stradale. Il centro di Copenhagen vanta una delle zone pedonali più estese del mondo. Quest’area, conosciuta come Strøget, si creò nel 1962 per cercare di risolvere i problemi di circolazione che già allora cominciavano a interessare il centro di Copenaghen.
15. Madrid, Spagna: La capitale spagnola ha adottato una politica ambiziosa chiamata “Madrid Central”, che ha trasformato il centro storico in una zona pedonale e accessibile solo a veicoli a basso impatto ambientale. Questa iniziativa ha migliorato la qualità dell’aria, incoraggiato il turismo a piedi e promosso uno spazio urbano più vivibile.
16. Portland, USA: La città ha abbracciato la tecnologia per creare una “Smart City” in cui l’uso della tecnologia informatica migliora la qualità della vita. La città ha investito in sistemi di trasporto alternativi, come biciclette elettriche in condivisione e servizi di ridesharing, promuovendo la pedonalizzazione e riducendo l’inquinamento atmosferico.
17. Melbourne, Australia: Melbourne sta attuando politiche volte a ridurre l’uso dell’auto nel centro città. Attraverso la creazione di nuove aree pedonali, l’espansione delle piste ciclabili e l’implementazione di zone a traffico limitato, la città australiana sta incoraggiando attivamente il camminare e il ciclismo (soprattutto il ciclismo) come mezzi di trasporto preferenziali.
18. Seul, Corea del Sud: Seul sta recuperando spazi pedonali nel cuore della città, convertendo strade a favore dei pedoni e creando parchi urbani. Questa iniziativa mira a ridurre la congestione del traffico, migliorare la qualità dell’aria e offrire agli abitanti un ambiente urbano più salutare e piacevole.
19. Helsinki, Finlandia: Helsinki si sta distinguendo con un approccio integrato alla mobilità urbana con sempre più aree pedonali implementate. La città promuove il concetto di “Mobility as a Service” (MaaS), che fornisce ai cittadini un unico punto di accesso per pianificare e pagare diversi modi di trasporto, incentivando l’utilizzo di mezzi pubblici, biciclette e a piedi.
20. Chengdu, Cina: Chengdu sta sperimentando un’importante trasformazione attraverso la creazione di vasti parchi urbani e la pedonalizzazione di diverse strade centrali (senza dimenticare la meravigliosa Jinli Street). Questa iniziativa non solo migliora la qualità dell’aria e riduce il traffico, ma crea anche spazi pubblici verdi per la comunità, promuovendo uno stile di vita sano e sostenibile.
21. Amsterdam, Olanda: Amsterdam è celebre per essere la “Capitale della Bicicletta”. La città ha implementato una vasta rete di piste ciclabili, parcheggi sicuri per biciclette e politiche urbane favorevoli ai ciclisti. Circa il 40% degli spostamenti giornalieri ad Amsterdam avviene in bicicletta, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni e all’accessibilità urbana.
22. Barcellona, Spagna: Barcellona ha introdotto il concetto di “Superblocks” o “Superilles” (vedi anche) per ridisegnare lo spazio urbano. Questa innovativa strategia coinvolge la creazione di blocchi di quartieri pedonali, in cui le strade interne sono riservate ai pedoni, ciclisti e veicoli locali, riducendo il traffico e favorendo uno stile di vita più sostenibile.
23. Stoccolma, Svezia: La capitale svedese ha adottato politiche mirate a pedonalizzare il centro storico. La Gamla Stan, l’antico nucleo cittadino, è stata trasformata in un’area principalmente pedonale, consentendo ai residenti e ai visitatori di godere di un ambiente urbano privo di traffico e ricco di storia.
24. Lubiana, Slovenia: Lubiana ha investito nella pedonalizzazione del centro storico, trasformandolo in un ambiente accogliente per i pedoni. La città slovena ha anche potenziato il trasporto pubblico ecologico, incentivando l’uso del tram e del bus, riducendo così l’uso dell’auto privata e migliorando la qualità dell’aria.
25. Amburgo, Germania: Amburgo sta promuovendo la pedonalizzazione attraverso il concetto di “Grünzüge” (assi verdi) e la creazione di parchi urbani. Queste aree verdi non solo forniscono spazi di svago per i residenti, ma anche collegano i quartieri attraverso percorsi pedonali, incentivando la mobilità a piedi e la connessione tra le comunità. La città sta pensando ad un piano per eliminare le auto in futuro.
26. Londra, Regno Unito: Londra ha implementato la Zona a Emissioni Ultra Basse (ULEZ), che applica tariffe più alte per i veicoli inquinanti nel centro città. Questa iniziativa mira a ridurre l’inquinamento atmosferico e incentivare l’uso di veicoli a basse emissioni, promuovendo al contempo la pedonalizzazione di alcune zone.
27. Montreal, Canada: Montreal sta sviluppando una rete estesa di “Vie Cyclable” (strade ciclabili) e piste ciclabili, trasformando la città in un luogo più accessibile e sicuro per i ciclisti. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dai veicoli privati e promuovere una mobilità sostenibile.
28. Vancouver, Canada: Vancouver ha implementato politiche che incoraggiano la mobilità attiva, promuovendo il camminare e il ciclismo. La città sta sviluppando anche corridoi verdi e spazi pedonali lungo il fiume, offrendo alternative sostenibili al trasporto su strada.
29. Auckland, Nuova Zelanda: Auckland ha lanciato nel 2020, il City Center Masterplan (CCMP), il piano strategico che limiterà la circolazione delle auto private nelle trafficate strade cittadine incentivando la creazione di percorsi pedonali, connettendo i quartieri e rendendo il centro città più accessibile a piedi. Questa iniziativa si inserisce in un piano più ampio per ridurre la congestione del traffico e promuovere la mobilità sostenibile.
30. Zermatt, Svizzera: Zermatt è “Car Free”. La città ha adottato questa politica per preservare l’ambiente, garantire la sicurezza dei pedoni e preservare il carattere tradizionale della località alpina.
Città italiane che limitano il traffico veicolare
31. Milano – Area C e Progetto Strade Aperte: Milano ha implementato l’Area C, una zona a traffico limitato nel centro cittadino, dove l’accesso è soggetto a tariffe per veicoli inquinanti. Inoltre, il progetto “Strade Aperte” prevede la pedonalizzazione temporanea di alcune strade durante i fine settimana, incoraggiando la mobilità a piedi e in bicicletta.
32. Roma – Zone a Traffico Limitato (ZTL) e Pedonalizzazioni: Roma ha istituito numerose Zone a Traffico Limitato (ZTL) in vari quartieri storici, limitando l’accesso dei veicoli e favorendo la pedonalizzazione di piazze e strade. Queste misure mirano a preservare il patrimonio storico e culturale della città, riducendo al contempo l’inquinamento atmosferico.
33. Torino – Zona 30 e Parcheggi Intelligenti: La città ha recentemente convertito sei strade principali in aree pedonali e Car Free, dimostrando l’impegno verso una mobilità urbana più sostenibile. Torino ha implementato la Zona 30, che limita la velocità massima a 30 km/h in diverse zone della città, rendendo gli spazi urbani più sicuri e accessibili ai pedoni. Inoltre, la città sta sperimentando parcheggi intelligenti, incoraggiando l’uso di mezzi pubblici e di condivisione, oltre a promuovere la pedonalizzazione.
34. Firenze – Progetto “Bicipolitana” e ZTL a Orario Esteso: Firenze ha avviato il progetto “Bicipolitana”, un sistema di piste ciclabili che attraversa la città, incentivando l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Inoltre, la ZTL è stata estesa a orari più ampi, riducendo l’accesso dei veicoli privati nel cuore storico e favorendo la pedonalizzazione.
35. Bologna – Città 30, pedonalizzazione del Centro e Bike Sharing: Bologna è la prima città italiana a diventare città 30, prevede quindi i 30 km/h nelle strade urbane con forte presenza di pedoni e ciclisti. Inoltre, la città ha promosso la pedonalizzazione di diverse zone del centro storico, creando spazi più accoglienti per i pedoni e riducendo il traffico veicolare. La città ha anche introdotto sistemi di bike sharing per incentivare la mobilità ciclabile, riducendo l’uso dell’auto e promuovendo uno stile di vita più sano e sostenibile.
Napoli è in controtendenza storica
Basti pensare alla riapertura al traffico veicolare di un tratto del Lungomare e della ZTL di via Pessina. Invece, ci sono zone della città che avrebbero l’opportunità di seguire gli esempi ecologici esaminati sopra. Si potrebbe partire dal rendere il centro storico di Napoli Car Free oppure iniziare dal quartiere collinare. Il Vomero ha l’opportunità di unirsi all’ondata di cambiamento per poter diventare il primo quartiere Car Free di Napoli, consentendo l’accesso solo a residenti, servizi essenziali come ambulanze, polizia, vigili del fuoco, bus scolastici, taxi, e veicoli per lo scarico merci negli orari stabiliti. Il quartiere potrebbe diventare un faro di sostenibilità urbana nel sud Italia con un piano traffico adeguato che renda anche più diretti i collegamenti con gli sbocchi della tangenziale. La chiusura parziale di Piazza degli Artisti lascia aperto uno spiraglio verso la tendenza di pedonalizzazione di nuove aree urbane, auguriamoci che presto, molte altre strade si chiudano al traffico veicolare per permettere una migliore vivibilità per i cittadini.
Napoli, come molte altre città nel mondo, si trova di fronte a una scelta fondamentale: abbracciare la sostenibilità e una vita più ecologica diventando un modello per le generazioni future o resistere al cambiamento e continuare a inquinare l’aria e lo spazio delle aree urbane. Il Vomero potrebbe essere il punto di partenza per un futuro più verde e vivibile, segnando un passo decisivo verso il rispetto degli Accordi di Parigi e degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La decisione sta nelle mani di coloro che vogliono plasmare il destino della vivibilità in questa splendida città.