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Sussidiarietà Circolare: Una Rivoluzione Collaborativa per un Futuro Sostenibile

Nel mondo in rapida evoluzione di oggi, affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la povertà, e la disuguaglianza richiede un approccio innovativo e collaborativo. Una risposta efficace a questi problemi non può essere portata avanti da un singolo attore, ma richiede il coinvolgimento di diverse parti interessate, tra cui lo Stato, le imprese e i soggetti non profit. In questo contesto, la “sussidiarietà circolare” emerge come un paradigma importante che promuove la cooperazione tra queste tre componenti fondamentali per il bene comune.

La Sussidiarietà Circolare: Definizione e Significato

La sussidiarietà circolare è un principio guida che pone l’accento sulla collaborazione tra il settore pubblico, le imprese private e le organizzazioni non profit per affrontare le sfide sociali ed ambientali. Invece di vedere queste entità come concorrenti, la sussidiarietà circolare le considera come partner complementari nella ricerca di soluzioni innovative e sostenibili.

Faccia lo Stato Assieme alle Imprese e ai Soggetti Non Profit

Un elemento chiave della sussidiarietà circolare è il concetto espresso dal prof. Zamagni: “faccia lo Stato assieme alle imprese e ai soggetti non profit“. Questo significa che il governo non dovrebbe svolgere un ruolo passivo nella risoluzione dei problemi, ma dovrebbe agire come catalizzatore e coordinatore delle azioni collettive. In altre parole, il governo dovrebbe collaborare attivamente con le imprese e le organizzazioni non profit per identificare, sviluppare e attuare soluzioni innovative.

Il Concetto di “Destatizzare un Bene

Un concetto fondamentale nel contesto della sussidiarietà circolare è quello di “Destatizzare un bene“. Questo concetto non significa privatizzare, ma piuttosto socializzare. In altre parole, si tratta di “depubblicizzare socializzando e non privatizzando“. Questo principio è centrale nel welfare civile, che riconosce che la società ha un ruolo importante nel gestire e preservare beni comuni, senza necessariamente trasferirli completamente al settore privato.

L’origine di questa idea risale al XV secolo, nell’epoca dell’Umanesimo civile, ed è stata formalizzata da figure come il giurista Ugo Grozio nel 1615 e il filosofo Johannes Althusius. Per Althusius, la democrazia è una “consociatio symbiotica“, che significa che la società non è semplicemente un aggregato di identità separate, ma piuttosto una simbiosi tra cittadini e tra costoro e chi governa la res pubblica. Questo concetto sottolinea la necessità di coinvolgere attivamente la società civile nella gestione dei beni comuni.

Il Trinomio “Pubblico, Privato e Civile

In linea con il concetto di Destatizzare un bene, si promuove l’abbandono del tradizionale binomio “Pubblico e Privato” a favore del trinomio “Pubblico, Privato e Civile.” Questo riconosce il ruolo cruciale della società civile nel plasmare il destino della comunità e nell’assumere responsabilità condivise nella gestione dei beni pubblici. In altre parole, la sussidiarietà circolare incoraggia una visione più inclusiva e collaborativa della governance.

Verso un Welfare Generativo

La transizione verso la sussidiarietà circolare si integra perfettamente con la prospettiva del Welfare Generativo, in cui i beneficiari dei servizi non sono semplicemente considerati utenti passivi portatori di bisogni, ma diventano attivamente co-creatori di risorse e soluzioni. Questa nuova visione si allinea con l’ideale di Co-Produzione, in cui la progettazione e la realizzazione dei servizi sono il risultato di un processo collaborativo tra diverse parti interessate. In questo contesto, le persone destinatarie dei servizi contribuiscono attivamente alla loro creazione, portando con sé abilità, conoscenze e risorse che arricchiscono il processo. Questo approccio non solo costruisce relazioni trasversali tra gli attori coinvolti ma anche migliora gli outcome, generando benessere a lungo termine e aumentando l’efficienza attraverso il coinvolgimento diretto dei beneficiari stessi. La Co-Produzione, pertanto, rappresenta una nuova cultura di lavoro che mette al centro la relazione tra utente e professionista, coinvolgendo reti sociali, organizzazioni e comunità nella produzione di servizi personalizzati e orientati al benessere globale. La sussidiarietà circolare abbraccia questa prospettiva collaborativa, contribuendo così a una visione più ampia e sostenibile della tutela ambientale.

Un principio Costituzionale

Il principio di sussidiarietà circolare, introdotto come ultimo comma dell’art. 118 nella Costituzione Italiana del 2000, che cita “la Repubblica favorisce la libera iniziativa di cittadini singoli o associati per lo svolgimento di attività di interesse generale”, sancisce la promozione della libera iniziativa dei cittadini singoli o associati per svolgere attività di interesse generale. Si distingue nettamente dalla sussidiarietà verticale, che riguarda i rapporti gerarchici tra diverse istituzioni, come l’Unione Europea e gli Stati nazionali, o tra lo Stato italiano e le Regioni e i Comuni. Inoltre, si differenzia dalla sussidiarietà orizzontale, dove lo Stato interviene solo se la società non è in grado di risolvere autonomamente determinati problemi. La sussidiarietà circolare, invece, promuove una cooperazione attiva tra cittadini, associazioni, imprese e lo Stato, sottolineando l’importanza della collaborazione e dell’interazione per affrontare le sfide di interesse generale in modo più efficace e innovativo.

Benefici della Sussidiarietà Circolare

1. Maggiore efficienza

La collaborazione tra Stato, imprese e soggetti non profit permette di sfruttare al meglio le risorse e le competenze di ciascun attore. Ciò porta a una maggiore efficienza nella realizzazione di progetti e nell’uso delle risorse pubbliche.

2. Innovazione

Le diverse prospettive e competenze delle imprese private, delle organizzazioni non profit e del governo possono portare a soluzioni più innovative e creative per le sfide sociali ed ambientali.

3. Responsabilità condivisa

La sussidiarietà circolare promuove una maggiore responsabilità condivisa per la società. Le imprese non si limitano a cercare il profitto, ma si impegnano attivamente per il benessere delle comunità in cui operano.

4. Sostenibilità a lungo termine

L’approccio circolare alla sussidiarietà mira a creare soluzioni sostenibili a lungo termine, anziché affrontare i problemi in modo isolato e temporaneo.

Esempi concreti

Il Frutteto del Parco Viviani, gestito dalla nostra associazione (Google Maps), è un esempio di sussidiarietà circolare perché si tratta di un progetto di sviluppo sostenibile in una comunità vulnerabile. Il governo municipale ha fornito il supporto amministrativo e burocratico, le imprese private hanno contribuire con risorse economiche, tecniche e know-how, mentre la nostra associazione non profit ha agito come garante di una gestione cooperativa, coinvolgendo anche altre associazioni, nonché come intermediari nella formazione e nell’empowerment delle persone locali.